A maggio le rinnovabili al 52%
Si cominciano a vedere gli effetti delle battaglie ambientaliste: a maggio la produzione di energia da fonti rinnovabili ha coperto il 52% del fabbisogno nazionale – la battaglia continua fino al raggiungimento degli obiettivi che l’italia si è data nella
Da quanto si desume dai dati recentemente pubblicati da Terna si cominciano a vedere i primi risultati delle aspre battaglie ambientaliste contro i cambiamenti climatici.
Nonostante l’opposizione ideologica e francamente arretrata di Comuni, Regioni, Soprintendenze, Ministero della Cultura ed autoproclamati comitati in difesa del territorio che, obnubilati dall’effetto NIMBY (Never in My Back Yard), si oppongono a qualunque realizzazione di centrali elettriche da fonti rinnovabili (FER), l’Italia, grazie anche alle norme varate dal Governo Draghi (chiediamo al governo Meloni ed in particolare al Ministro Pichetto Fratin maggiore coraggio), sta recuperando il terreno perduto e si sta, lentamente, incamminando verso una vera Rivoluzione Verde.
A Maggio la domanda di elettricità è stata soddisfatta per il 52% da FER, risultato legato al fatto che l’apporto da fonte eolica è aumentata del 10% rispetto ad un anno fa, la produzione da fonte solare è aumentata dal 36,3% in un anno, la produzione da fonti fossili si è fortemente ridotta e addirittura le centrali a carbone sono rimaste ferme per tutto maggio, con magno gaudio della lotta ai cambiamenti climatici, vera battaglia ambientalista degli anni 2.000.
Secondo i dati di Terna solo per quanto riguarda il solare sono stati istallati in un anno impianti per 669 gigawattora, frutto delle autorizzazioni date durante il Governo Draghi.
Il Governo Meloni in questo senso è molto più lento e spesso contraddittorio.
Un solo esempio: il decreto Agricoltura voluto dal Ministro Lollobrigida era un vero e proprio obbrobrio (una marchetta alla parte più arretrata del mondo agricolo, quello delle colture e degli allevanti intensivi, non certo alla parte più moderna che produce in regime di qualità e in maniera biologica che invece trova grande giovamento dalla realizzazione degli agrivoltaici), solo in parte recuperato dall’azione del Ministro dell’Ambiente che ha salvato gli agrivoltaici dalla follia Lollobrigidiana.
Anche l’attività del Consiglio dei Ministri in relazione all’approvazione dei progetti di produzione di energia elettrica da FER ha subito un rallentamento ingiustificato.
Certo non è che i governi locali di centro sinistra brillano nella lotta ai cambiamenti climatici, anzi spesso diventano i peggiori nemici dell’economia verde e risultano decisamente devastanti.
Un solo esempio è il nuovo governo Tolde della Regione Sardegna che gli unici atti che ha compiuto, per di più vantandosene, sono quelli contro le FER.
Che ci vuole una programmazione non c’è dubbio ed è sacrosanto ed auspicato da tutti i veri ambientalisti ma non ci si deve nascondere dietro la demagogia della pianificazione per bloccare il cammino della riconversione ecologica della produzione di energia da FER.
Non è né giusto, né di sinistra ma è solo una battaglia di retroguardia che i partiti, che si definiscono progressisti ed ambientalisti e che fanno della tutela dell’ambiente e del territorio, della qualità della vita e della difesa e tutela del lavoro i loro riferimenti, non possono permettersi.
Tenuto conto che la salvezza del pianeta e del suo paesaggio, nonché la vivibilità di ciascuno di noi non è una battaglia né di sinistra né di destra, chiediamo al governo Meloni maggiore coraggio e maggiore coerenza lungo la strada delle approvazioni dei progetti di produzione di energia elettrica da FER, ai governatori delle regioni ed ai Sindaci di essere protagonisti di una Politica Forte che non si piega ai miseri interessi di parte di chi, dietro la difesa del paesaggio, nasconde solo la difesa del loro piccolo orizzonte personale.
La Politica è con la P maiuscola se riesce a vedere lungo e non farsi strumentalizzare da beghe di piccola bottega.
Al governo Nazionale, ai governi regionali ed ai sindaci il dovere non di bloccare la realizzazione di centrali da FER ma di garantire che il processo sia corretto, pianificato, esente da comitati affaristici, da illegalità ed accompagnati da studi ambientali seri, approfonditi, veritieri e scientificamente inoppugnabili.